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Archivio Storico del Comune di Lucca

Archivio Storico del Comune di Lucca (1806 - 1983)

72 unità archivistiche di primo livello collegate

Archivio

Metri lineari: 1483.0

L'Archivio Storico del Comune di Lucca si divide in Sezione Preunitaria, Sezione Postunitaria e Archivi Aggregati.
La sezione Preunitaria comprende sei fondi di seguito elencati con le relative serie di appartenenza.

Sant'Angelo in Campo:
Mairie di Sant'Angelo in Campo, Comunità di Cocombola, Comunità di Pozzuolo.

Massa Pisana:
Antica Comunità di Massa Pisana, Mairie di Massa Pisana, Comunità di Sorbano del Giudice.

Monte S. Quirico:
Mairie di Monte S. Quirico.

Sesto di Moriano:
Antica Comunità di Sesto, Mairie di Sesto di Moriano, Comunità di Sesto di Moriano, Comunità di Gignano di Brancoli, Comunità di San Giusto di Brancoli, Comunità di San Lorenzo di Brancoli, Comunità di Piazza di Brancoli, Comunità di Deccio di Brancoli, Comunità di Ombreglio di Brancoli, Comunità di Santo Stefano di Moriano, Comunità di San Lorenzo di Moriano, Comunità di San Concordio di Moriano, Comunità di San Cassiano di Moriano, Comunità di San Gemignano di Moriano, Comunità di San Michele di Moriano, Comunità di Mammoli, Comunità di Mastiano

Nozzano:
Antica Vicaria di Nozzano, Mairie di Nozzano, Comunità di Nozzano, Vicaria di Nozzano, Comunità di Mutigliano, Comunità di Santa Maria a Colle, Comunità di Castiglioncello.

Lucca:
Mairie di Lucca (1806−1815), Comunità di Lucca (1815−1847), Vicaria di Lucca (1819), Comunità di Lucca (1847−1865), Scritture del Protocollo Segreto.

La sezione Postunitaria comprende il solo fondo Comune di Lucca (1865−1960) con le serie sotto elencate:
Consiglio comunale, Giunta municipale, Elenco dei Presidenti sezionali, Elenco dei componenti le varie Commissioni e deputazioni comunali, Protocollo generale, Contratti, Scritture private, Finanze, Ufficio Tecnico, Campo di manovre, Orto botanico, Mercato del bestiame, Piano regolatore, Cavalcavia di S. Concordio, Licenze edilizie, Ufficio Personale, Censimenti della popolazione, Stato Civile e Anagrafe, Leva militare, Registri delle tumulazioni, Banda comunale, Convitto annesso alla Scuola Normale Femminile, Elenco degli obbligati e dei mancati alle scuole, Licenze di commercio per vendita al pubblico, Raccolta di regolamenti comunali, Elenco dei poveri, Onoranze, Società Anonima Fabbrica d'armi Nazionale Italiana, Commissione per il restauro della Chiesa di S. Michele in Foto, Comitato di istruzione popolare, Collegio dei Proibiviri, Mappe e disegni.

Gli Archivi Aggregati sono i fondi della Pia Casa di Beneficenza di Lucca, della Congregazione di Carità poi Ente Comunale di Assistenza e dai Consorzi Idraulici.

I fondi sopraelencati sono conservati presso la sede di Piazzale San Donato a Lucca e terminano con l'anno 1960. La documentazione datata 1960−1983 è collocata presso il magazzino comunale sito in via di Tiglio, località S. Filippo (LU). Attualmente questa documentazione non è riordinata e non dispone di mezzi di corredo.

Storia archivistica:

Dopo la caduta della Repubblica di Lucca, decretata nel 1799, l’amministrazione dello Stato fu caratterizzata per il periodo 1799-1805 da complicate vicende politiche che videro un’alternanza di governi di ispirazione francese e di ispirazione austriaca.
A seguito dell’instaurazione del Principato, avvenuta come noto nel 18052, Felice Baciocchi, stabilì, il 27 gennaio 1806, una nuova organizzazione territoriale ed amministrativa, prevedendo la creazione di quindici Cantoni formati da duecentottantasei Comunità. Il Cantone di Lucca comprendeva “Lucca Centrale” e settanta Comunità.
Tra le novità introdotte dal decreto, di particolare rilevanza fu l’istituzione della Municipalità di “Lucca centrale”, che sebbene con competenze limitate entro le mura, segnò l’effettiva separazione amministrativa ed economica della città dallo Stato.
Le attribuzioni dei Commissari di Cantone e degli organi municipali furono stabilite con il Decreto del 31 gennaio 1806: i Commissari di Cantone o Giudici di pace, con obbligo di residenza nel capoluogo, dipendevano dai ministeri, in particolare dal Ministero della Giustizia incaricato dell’Interno. Oltre alla competenza sull’osservanza ed esecuzione delle leggi dello Stato, essi ebbero un ruolo determinante all’interno dei Consigli municipali, avendo la facoltà di sospendere dalle loro funzioni i Presidenti e gli assistenti e membri dei Consigli stessi, salvo immediata comunicazione al Ministero della Giustizia. Ogni Comunità ebbe un proprio Consiglio municipale, con un numero di membri variabile a seconda della popolazione, che si riuniva una volta l’anno per deliberare la ripartizione delle imposte che gravavano sulla Comunità, per ascoltare eventuali reclami e sottoporli al Commissario. Il Consiglio, infine, inviava al Ministero della Giustizia le proprie opinioni sullo stato e sui bisogni della Comunità, in particolare in materia di agricoltura, commercio, beneficenza, prigioni, lavori pubblici, istruzione, stato della popolazione e amministrazione in generale.
Al momento della sua istituzione la Municipalità di Lucca non era ancora provvista delle dotazioni finanziarie necessarie ad avviare il suo funzionamento. Inoltre non disponeva neppure di una propria stabile sede: il verbale della seduta del Consiglio municipale del 17 luglio 1806, che è il primo documento conservato in archivio, non indica il luogo di svolgimento della seduta. La Municipalità fu dotata di una propria sede solo nel 1807, quando, per concessione della Principessa Elisa, fu ospitata in alcuni locali del soppresso convento di S. Romano, già dei Padri Domenicani, dove erano stati dislocati gli uffici ministeriali del Principato. È in questo contesto che si trova il primo riferimento all’archivio, in una lettera del Presidente della Municipalità che faceva richiesta di una stanza adeguata per lo svolgimento delle riunioni e per la custodia delle carte.

Negli stessi anni l’organizzazione territoriale del Principato, ingrandito con l’annessione, oltrechè di Piombino, del Ducato di Massa e Carrara e della Garfagnana estense, fu sottoposta a frequenti modifiche. Nel quadro dell’istituzione delle Prefetture di Lucca, di Massa e di Castelnuovo, il numero dei Cantoni della Prefettura lucchese fu ridotto prima ad undici, e poi a dieci, con la soppressione di Nozzano.
I dieci Cantoni furono divisi in Comuni, formati da una o più Parrocchie. Il Cantone di Lucca comprendeva oltre la Comune di Lucca, limitata entro le mura urbane, diciassette Comuni.
L’abolizione dei Cantoni fu decretata il 29 ottobre 1808 quando fu stabilita una nuova organizzazione del territorio del Principato, riunito in una sola Prefettura divisa nei tre Circondari di Lucca, di Castelnuovo e di Massa rispettivamente retti da un Prefetto, la prima, e da Sottoprefetti le ultime. Le attribuzioni dei Commissari cantonali e le loro amministrazioni furono abolite e le competenze vennero assunte direttamente dal Prefetto. Il Circondario di Lucca fu diviso in diciassette Comuni, a loro volta suddivisi in Parrocchie.
Il Decreto del 10 dicembre 1808 regolò nuovamente funzioni e competenze delle autorità amministrative; il Prefetto di Lucca fu posto a capo del Dipartimento, e furono create le due sottoprefetture di Castelnuovo e Massa. Il titolo IX “Delle Autorità e Consigli Municipali” sancì che in ciascuna Comune ci fosse un Maire o Presidente, un segretario, uno o due aggiunti e un Consiglio municipale, che rimaneva in carica dieci anni. Il Maire era l’unico responsabile della gestione della Comune, svolgeva le funzioni di Presidente del Consiglio municipale, di cui faceva parte, restando in carica per cinque anni e si occupava di diverse materie quali l’ordine pubblico, le attività commerciali, il culto, le acque e strade, i beni demaniali, l’istruzione e la sanità pubblica. I Consigli, nella seduta autunnale, su proposta del Maire stabilivano la previsione delle spese e le addizionali necessarie. Il segretario del Consiglio, differentemente dal Maire, dagli aggiunti e dal Consiglio, tutti di nomina regia, era eletto tra i Consiglieri e manteneva la possibilità di esprimere il proprio voto.
La Prefettura di Lucca fu soppressa nel 1810 e le sue attribuzioni passarono ai diversi ministeri competenti per materia.
A seguito dell’abbandono di Lucca della Principessa Elisa Baciocchi nel marzo 1814, fu formato un Governo provvisorio degli Stati Lucchesi che il 7 aprile 1814 decretò la fine del Principato. Successivamente fu insediata l’Amministrazione superiore Provvisoria dello Stato di Lucca con a capo prima Antonio Starhemberg, dal 4 maggio 1814 al 1° marzo 1815, poi il Tenente Colonnello Giuseppe Werklein, Governatore Civile e Militare di Lucca dal 1815 al 1817.
Il Governo Provvisorio Austriaco intervenne sulle amministrazioni comunali il 14 ottobre 1814, creando la figura del Provveditore Generale della Contabilità ed Economia delle Comuni, posto come “Autorità intermedia tra i Funzionari Municipali e il Governo” le cui competenze furono meglio stabilite con la successiva deliberazione del 9 febbraio 1815 concernente la gestione amministrativa delle Sezioni. La carica di Provveditore Generale fu soppressa il 24 maggio dello stesso anno, nell’ambito delle riforme attuate dal nuovo Governatore Giuseppe Werklein, e le sue competenze passarono al Direttore Generale dell’Interno.
Sotto l’Amministrazione Provvisoria Austriaca l’organizzazione territoriale lucchese conobbe nuove modifiche; con il Decreto del 4 ottobre 1815, il Werklein divise il territorio dello Stato in diciotto Comunità. Esse furono formate da più Parrocchie riunite in dieci Distretti o Cancellerie a loro volta divise in classi. L’istituzione degli uffici di Cancelleria, veri e propri anelli di congiunzione tra gli uffici centrali e le periferie, fu la vera innovazione introdotta con questa riforma. Compito specifico del Cancelliere fu di vigilare sulla conservazione e accrescimento del patrimonio delle Comunità e di sorvegliare l’amministrazione delle medesime. I Cancellieri o i loro vice erano tenuti ad intervenire a tutte le sedute del Magistrato e del Consiglio, ed obbligati a sottoscriverne gli atti. Specifico compito riservato loro fu inoltre la tenuta degli archivi comunali. Nelle istruzioni emanate con il Decreto del 4 novembre 1815 i Cancellieri furono investiti dei seguenti titoli: custodi delle leggi ed ordini riguardanti le Comunità; direttori dell’azienda delle Comunità; esecutori degli ordini dei tribunali, e magistrati superiori, e dei ministri, o delegati del Governo; attuari della Comunità e patrimoni comunitativi; archivisti della Comunità; ministri o suddelegati del Governo negli affari pubblici locali; consultori dei Magistrati comunitativi.
Sia il Decreto del 4 ottobre che le istruzioni ai Cancellieri ponevano una particolare attenzione alla tenuta degli archivi comunitativi di cui i Cancellieri finirono per essere conservatori e responsabili: a norma dell’art. 59 del Decreto del 4 ottobre presso di loro si andava concentrando la documentazione precedentemente prodotta dalle istituzioni locali che avevano operato nel territorio compreso nella circoscrizione di ciascuna Cancelleria. La consegna doveva avvenire tramite elenchi ed inventari, che, ancor oggi conservati, attestano questa delicata fase nella trasmissione di tali patrimoni documentari.
La Comune di Lucca, con la riforma amministrativa del Werklein, fu dichiarata sede di una Cancelleria di prima classe formata dalla sola Comunità di Lucca, costituita da un Cancelliere, un Vice Cancelliere e due commessi di nomina governativa e venne dotata di un proprio territorio fuori le mura. Le Comuni di S. Angelo, Massa Pisana, Monte S. Quirico, persa l’indipendenza amministrativa, furono inglobate dalla Comune di Lucca. Le tre Comunità trasmisero la documentazione, indispensabile per lo svolgimento dell’attività amministrativa, redigendone l’inventario; non si ha traccia invece della redazione di uno specifico inventario della documentazione della Comunità di Lucca, strumento indispensabile per una conoscenza più approfondita della documentazione conservata dal 1806 al 1815.
Il Comune fu rappresentato dal Magistrato comunitativo, con compiti esecutivi, e dal Consiglio generale quale organo deliberativo. Il numero dei componenti del Magistrato e del Consiglio fu determinato in base alla classe di Cancelleria di appartenenza.
Il Governo Provvisorio Austriaco cessò nel 1817 quando a Torino l’ambasciatore spagnolo ricevette il Ducato di Lucca in nome di Maria Luisa di Borbone. I Borboni ressero lo Stato lucchese, prima con Maria Luisa dal 1817 al 1824, quindi con il figlio Carlo Lodovico sino al 1847, quando il Ducato fu ceduto anticipatamente al Granducato di Toscana.
L’insediamento di Maria Luisa di Borbone segnò nuove trasformazioni nell’organizzazione amministrativa e territoriale del Ducato. La Sovrana, con il Decreto del 28 ottobre 1818 tentò di restaurare, sul modello della Repubblica lucchese, le antiche Vicarie. Il territorio del Ducato fu diviso in quattordici Vicarie formate da Comunità, laddove con il termine Comunità venivano indicate quelle entità che precedentemente erano identificate come Parrocchie o Sezioni. Nel capoluogo di ogni Vicaria, con esclusione di Capannori e Nozzano, che avevano residenza e convocavano il Parlamento nella città di Lucca, vennero posti un Commissario di Governo e un Cancelliere. A Lucca il Gonfaloniere si identificava nel Commissario della Vicaria.
Il Parlamento della Vicaria, formato dai Governatori “amministranti” eletti in ogni Comunità, si riuniva nei primi giorni di gennaio per discutere il bilancio di previsione, nominare i chirurghi condotti ed il chirurgo vaccinatore, le balie, i maestri di scuola ed i periti incaricati dei lavori alle strade.
I Cancellieri comunitativi, ormai soppressi, dovevano consegnare, con inventario, al Commissario di Vicaria tutti i documenti appartenenti alle rispettive amministrazioni comunali. I libri contabili delle Sezioni o Parrocchie, costituite in Comunità, dovevano essere trasmessi ai Governatori “amministranti” delle stesse, che dopo averne presa copia li restituivano all’archivio della Vicaria. La Comunità di Lucca, secondo quanto previsto dall’art. 142, mantenne integralmente l’Archivio nello stato nel quale si trovava, pur consegnato al Cancelliere incaricato della “conservazione” sotto la sorveglianza e direzione del Gonfaloniere. Il Cancelliere avrebbe trasmesso ai Governatori delle Comunità comprese nella Vicaria di Lucca “…i libri dipendenti dalle parziali loro Amministrazioni…”.
Il Decreto del 18 novembre 1819, a distanza di un anno, sancì una nuova organizzazione territoriale del Ducato che fu diviso nelle tre Comunità di Lucca, Borgo, Camaiore; ogni Comunità fu a sua volta ripartita in quattro Dipartimenti. La Comunità di Lucca risultò formata dal Dipartimento di Lucca e da quelli di Nozzano, Capannori e Villa Basilica, già Comunità, che con la riforma persero la loro autonomia amministrativa.
Per ciascuna Sezione, compresa nel Dipartimento, fu nominato un ufficiale civile, con il titolo di Presidente, eletto ogni tre anni dal Presidente dell’Interno. I Presidenti sezionali furono incaricati di rappresentare la propria Sezione in giudizio, di presentarne annualmente i fabbisogni per provvedere alla formazione del bilancio preventivo delle Comunità, di vigilare sul regime delle acque e di controllare l’applicazione dei regolamenti di Polizia municipale.
Nel capoluogo di ogni Dipartimento risiedeva un membro del Magistrato della Comunità. Nel capoluogo di ogni Comunità fu stabilito un Gonfaloniere e fissata la riunione del Magistrato, che a Lucca era formato dal Gonfaloniere presidente e dieci Anziani. Il Magistrato comunitativo si riuniva su convocazione del Gonfaloniere e nominava i medici, i chirurghi, le balie e i maestri delle scuole primarie.
In ogni capoluogo di Comunità fu istituita una segreteria comunitativa composta da diversi impiegati; quella di Lucca ebbe un segretario, un vice segretario computista, un protocollista, tre commessi, tutti di nomina regia come i periti ingegneri.
A norma dell’art. 78 del Decreto i Gonfalonieri dovevano ritirare la documentazione concernente le proprie Comunità e “…formare un archivio regolare da passarsi con un inventario al Segretario tenuto a custodirlo sotto la propria responsabilità”.
Il Gonfaloniere di Lucca ricevette gli archivi di Capannori, Villa Basilica e Nozzano che, come si è detto, costituivano Dipartimenti della Comunità di Lucca.
Nel 1818 la Comunità, costretta a lasciare i locali del convento domenicano di S. Romano che occupava dal 1807, aveva trasferito la propria residenza in una nuova sede; Maria Luisa di Borbone, in clima di restaurazione, aveva deciso di restituire i locali del convento “agli antichi inquilini”; gli uffici ministeriali avevano trovato una nuova sistemazione nel palazzo Sanminiati, in piazza Guidiccioni, dove non era stato possibile reperire locali per la Comunità di Lucca, che si trasferì al primo piano di uno stabile posto in S. Matteo, in Parrocchia di S. Maria Corteorlandini.
In esecuzione di quanto previsto dalle norme citate sulla conservazione e tenuta dei documenti nel 1820, nella sede in S. Matteo, fu effettuato il primo tentativo di organizzare l’archivio; il Gonfaloniere Giovanni Battista Fatinelli riferiva che quest’ultimo, dislocato in due stanze, era “in grande confusione” e sottolineava la necessità di tenere divise le carte di Lucca da quelle delle Comunità riunite. Proponeva di ordinare “…l’archivio classando i libri, fascicoli, i documenti alla maniera più atta per servirsene all’uopo…”.
Il protocollista Cesare Merli incaricato del riordino, nella relazione che accompagnava L’indice Alfabetico dei documenti esistenti nell’Archivio della Comunità affermava che l’archivio era stato finalmente riordinato con stabilità, chiarezza e precisione. L’indice redatto dal Merli non è stato rintracciato in archivio 3, e quindi non possiamo conoscere come furono organizzate le carte.
Nel 1823 Maria Luisa di Borbone, volendo semplificare l’amministrazione economica delle Sezioni, emanò un nuovo decreto sulle “Amministrazioni Comunali”. Si può considerare questa organizzazione definitiva, infatti Carlo Lodovico non effettuò successivi interventi di rilievo. Il territorio fu diviso in tre Circondari: Lucca, Viareggio e Borgo, ripartiti, in tutto, in dodici Comunità composte da Sezioni o Parrocchie. Il Circondario di Lucca, oltre la Comunità di Lucca comprendeva quelle di Nozzano, Capannori, Villa Basilica, nuovamente dotate di autonomia amministrativa.
Ciascuna Comunità fu rappresentata da un Gonfaloniere e due Anziani, che formavano il Magistrato, e da un Consiglio generale. Ogni Sezione fu rappresentata da un Presidente incaricato di corrispondere con il Gonfaloniere e di partecipare al Consiglio generale della Comunità. La Duchessa si riservò la nomina di Gonfalonieri ed Anziani; i Presidenti erano eletti dal Ministro dell’Interno, su proposta dei rispettivi Gonfalonieri.
Nel 1825 il materiale giacente nell’archivio fu oggetto di un nuovo riordino effettuato dal Segretario comunale Stefano Mariani, su sollecitazione dal Ministro dell’Interno. La sede comunale si era nel frattempo trasferita (1823) in piazza S. Giusto in un edificio più adeguato ad ospitare l’Amministrazione comunale, che aveva bisogno di maggiori spazi per lo svolgimento delle aumentate competenze.
A fine del lavoro il Mariani redasse una dettagliata relazione, in cui rese conto del suo operato: aveva rintracciato e riunito tutta la documentazione relativa alle Sezioni del Comune dividendola per Sezione; la stessa operazione era stata eseguita per le cessate Comunità inglobate da Lucca; infine aveva preso in esame la documentazione dell’Amministrazione lucchese, nella quale “non riscontrasi che un vero disordine e la più grande confusione”. Il Mariani, incaricato dall’Ispettore della Contabilità compilò anche un Indice Generale dell’Archivio della Comunità di Lucca che l’Ispettore stesso sottopose all’esame di Girolamo Tommasi archivista di Stato50. Il Tommasi trovò sod
scana e alla riforma dell’Ufficio comunale del 1851 ne fu nominato segretario, carica che ricopri sino al 1862 quando chiese di essere collocato a riposo per motivi di salute; l’Amministrazione comunale, nell’accettare la sua domanda gli conferì il titolo di “Ispettore Onorario dell’Ufficio Comunale” con il fine di non rinunciare interamente alla sua opera.
Nel 1837 l’Amministrazione comunale acquistò dalla Marchesa Marianna Montecatini, nata Santini, Palazzo Santini, che divenne il palazzo civico; il 27 dicembre vi stabilì la residenza. Palazzo Santini è ancora oggi la sede dalla Presidenza del Consiglio comunale, mentre la sede di rappresentanza dell’Amministrazione è stata spostata in Palazzo Orsetti, acquistato nel 1962.
L’Archivio fu collocato nel Palazzo civico, negli uffici della Segreteria, ma nel corso degli anni, per esigenze diverse, fu oggetto di spostamenti.
A seguito del passaggio al Granducato di Toscana, avvenuto, com’è noto, nel 1847 con l’abdicazione di Carlo Lodovico, il palazzo comunale dovette ospitare, con un’inevitabile riorganizzazione degli spazi interni, alcuni uffici periferici della nuova amministrazione, tra cui quello del Ministro del Censo e del Delegato di Governo.
Con la Legge del 9 marzo 1848 fu attuata una generale riforma amministrativa dello Stato toscano che fu suddiviso in sette Prefetture o Compartimenti, Firenze, Lucca, Pisa, Siena, Arezzo, Pistoia, Grosseto che a fini governativi e giudiziari furono distinti in Circondari e Preture, a fini amministrativi ed elettorali in Distretti e Comunità. La Prefettura di Lucca risultò formata da un solo Circondario diviso in più Preture e Comunità; le Preture di Lucca furono due, Lucca città e Lucca campagna, mentre la Comunità fu unica.
In ogni Distretto fu collocato un Ministro del Censo, in ogni Pretura un Pretore ed in ogni Comunità un Gonfaloniere, tutti di nomina regia.
Il Ministro del Censo fu incaricato di custodire e conservare tutti i documenti censuari, di eseguire le operazioni relative ai passaggi di proprietà e di conservare gli archivi delle Comunità. Il Gonfaloniere fu posto a dell’amministrazione delle Comunità con il preciso obbligo di “sorvegliare all’ordine, alla quiete e all’andamento economico delle stesse”.
L’amministrazione delle Comunità del territorio lucchese fu interessata dalla riforma a seguito dell’emanazione del nuovo regolamento comunale del 20 novembre 1849, che stabili che ogni Comune fosse rappresentato da un Consiglio comunale, da un Gonfaloniere e da un Collegio dei Priori.
Il Consiglio, la cui composizione era determinata in base alla popolazione, risultò eletto attraverso una consultazione elettorale fra i maggiori contribuenti e veniva rinnovato per un terzo ogni anno. Il Collegio dei Priori era eletto tra i membri del Consiglio comunale, in ragione di un Priore per ogni quattro Consiglieri.
La Legge del 28 gennaio 1853 abolì la nomina dei Consiglieri tramite consultazione elettorale, per ripristinare l’elezione mediante il sistema della tratta. La composizione del Collegio dei Priori fu stabilita in base al numero degli abitanti e non dei Consiglieri. Il Gonfaloniere, la cui nomina era rimasta di prerogativa granducale, scelto tra i Consiglieri, durava in carica quattro anni.
L’istituzione del Governo provvisorio, avvenuta il 27 aprile 1859 con l’abbandono di Leopoldo II della Toscana, e l’annessione al Regno d’Italia nel 1860 non produssero particolari mutamenti fino all’applicazione della Legge del 20 marzo 1865 che determinò la trasformazione dell’ordinamento amministrativo dello Stato Italiano.
Negli anni tra il 1849 ed il 1850 l’ufficio del Ministro del Censo di Lucca fu posto in Palazzo Santini e qui fu collocato il suo archivio. Presumibilmente le carte conservate a cura del Cancelliere comunitativo erano costituite esclusivamente dalla documentazione di natura catastale e dai duplicati delle deliberazioni del Magistrato e del Consiglio, redatte per suo uso.
Infatti, quando a seguito dell’entrata in vigore della Legge di unificazione amministrativa del 1865 i Cancellieri furono esonerati dalle ingerenze nell’Amministrazione comunale, Giovanni Bastianoni, ultimo Ministro del Censo a Lucca, decaduto dalla carica, informava il Sindaco che presso l’archivio del Ministro del Censo non erano mai stati consegnati “… atti dei Tribunali esistenti nelle rispettive Cancellerie perché mai trasmessi dai diversi Giusdicenti del Distretto” e che l’archivio della soppressa Cancelleria e Ufficio del Censo era stato consegnato all’Agente delle tasse. Le carte della Comunità erano verosimilmente rimaste affidate alla Comunità stessa e per essa al Segretario dell’Ufficio comunale, Stefano Mariani, che nel 1853, a distanza di ventotto anni dal suo primo intervento, aveva proposto un progetto per il riordino e la sistemazione della documentazione che si trovava dispersa in diversi locali. L’Archivio aveva trovato la sua collocazione al secondo piano del palazzo. Il Collegio dei Priori nell’approvare il progetto aveva fornito precise indicazioni sugli strumenti che dovevano essere predisposti e aveva chiesto una particolare attenzione per gli archivi delle soppresse Comunità, per i cui atti doveva essere formata una specifica serie, così da eliminare l’indicazione
di “miscellanea”.
Il Mariani si era preoccupato di raccogliere tutta la documentazione estrapolata dall’archivio, a fini amministrativi, e giacente nei vari uffici, aveva sollecitato l’acquisizione degli archivi di uffici soppressi quali quello della Grascia e delle commissioni incaricate della costruzione dell’Acquedotto e della Nuova Piazza del Mercato (attuale piazza Anfiteatro).
Dal riordino erano scaturiti due strumenti: un Indice per materie dell’Archivio comunale di Lucca e un Repertorio Generale dell’Archivio del comune di Lucca. Il repertorio si presentava anche come una sorta di inventario topografico, in quanto descriveva l’ubicazione fisica dei pezzi con riferimenti a particolari della stanza in cui essi erano contenuti.
Il Mariani aveva proposto uno scarto o meglio lo “Spurgo” dei documenti non più utili a fini amministrativi ma solo di ingombro per l’archivio; non aveva compilato un elenco dettagliato, ma citato alcuni esempi, di documentazione da scartare, appartenente al settore delle gabelle, quali “Peso delle carra, Polizze dei carri da Notte, macelli”. Quanto ricavato dalla vendita dei documenti era stato utilizzato per l’acquisto di cartelle e per la rilegatura di fogli sciolti.
Ulteriori informazioni circa l’Archivio comunale si trovano poi nel 1871, quando, nell’ottica generale della riorganizzazione degli uffici, a seguito dell’Unità d’Italia, l’archivio “morto” venne trasferito al mezzanino. È la prima volta che si parla di archivio “morto”, con riferimento a documentazione relativa ad affari esauriti che venne divisa dall’archivio corrente e di deposito, trasferito al primo piano del palazzo. In questa occasione il Segretario comunale Virginio Campetti invitò i capisezione a redigere un inventario delle carte che dovevano essere conservate per fini amministrativi nei loro uffici e nel contempo ordinò di restituire all’archivio la documentazione non più necessaria al disbrigo degli affari in corso.
Concluse queste operazioni e dopo ripetute sollecitazioni del Prefetto, l’archivista Vincenzo Bertini, nel 1875, compilò l’Inventario delle Carte dell’archivio del Municipio di Lucca dall’anno 1806 al 1874: si trattava in realtà di un semplice elenco di consistenza; tanto che il Prefetto ne richiese una nuova compilazione reputandolo “…troppo conciso…”. Non si è però trovato traccia di una nuova stesura dell’inventario ed il lavoro del Bertini si concluse nel 1877 con il condizionamento delle carte delle antiche Mairies. Il finanziamento per l’acquisto delle nuove buste fu fornito in parte dal ricavato della vendita delle carte oggetto di scarto, di cui, non essendo stato compilato un elenco, si ignora la tipologia.
L’intervento di riordino più incisivo è stato quello di Cesare Sardi il cui inventario fu pubblicato nel 1913.
Sulla situazione dell’archivio era intervenuto nel 1912 anche il Segretario comunale che, in una memoria indirizzata al Commissario prefettizio, sottolineando la rilevanza del “…servizio Protocollo e Archivio che ha un’importanza grandissima nell’ingranaggio di tutti gli uffici comunali…”, riteneva opportuno cambiare “…il vecchio ed illogico sistema di archiviazione…” per adottare quello “…..più razionale, più pratico indicato e consigliato o meglio ordinato…" con la circolare ministeriale del 1897, conosciuta come circolare Astengo. Il Segretario riteneva necessario prima di tutto procedere con il riordino del “…vecchio archivio nel quale possono trovarsi atti e documenti anche di valore storico, indubbiamente di valore amministrativo.”
Il Commissario prefettizio Antonio Argenti accolse tali proposte e riferendo alla Giunta affermava che la protocollazione e l’archiviazione in uso al Comune di Lucca, pur essendo molto antica, non risultava più funzionale per una moderna amministrazione, sollecitava pertanto il riordino dell’archivio corrente e contemporaneamente il riordino e l’effettuazione di operazioni di scarto per quello “vecchio”.
Per questi motivi la Giunta municipale affidò al conte Cesare Sardi l’incarico di riordinare l’archivio di deposito, che tra il 1886 e il 1887 aveva subito un ulteriore trasferimento ed era stato ricollocato al secondo piano, mentre l’archivio “morto” dal mezzanino era stato spostato nelle soffitte".
Nell’introduzione all’Inventario, il Sardi, riferiva sullo stato dell’archivio, in completo disordine, e specialmente delle “stanze succursali”, che ospitavano l’archivio “morto” con le carte sparse e confuse sul pavimento, dove erano accumulati documenti inutili e di nessun valore insieme a carte di considerevole importanza. A questo proposito il Sardi citava in particolare l’esempio della documentazione della Deputazione della Nobiltà, corredata da stemmi ed alberi genealogici. Anche nell’archivio di deposito, o “centrale”, come lo definiva il Sardi, c’erano buste e registri poggiati per terra.
Dopo un paziente lavoro di riordino il Sardi divise la documentazione in sette categorie, a loro volta articolate in parti:
1. Comunità rurali o Sezioni
2. Municipalità di Lucca anteriore al 1848
3. Deliberazioni
4. Protocolli
5. Raccolte speciali di documenti: Raccolte amministrative già esistenti nel 1853, Raccolte riguardanti la storia del Risorgimento Nazionale, Raccolte amministrative d’indole varia
6. Contabilità e tasse (1807-1901)
7. Stato civile e leva militare.

Il Sardi concludeva l’introduzione dell’Inventario auspicando la riunione dell’archivio in un unico locale; riteneva inoltre possibile conservarne l’ordinamento, regolando i depositi e l’estrazione dei documenti, e proponeva il periodico aggiornamento dell’inventario".
Per quanto riguarda poi la riorganizzazione dell’archivio corrente e di deposito il Segretario generale Fabio Domenici introdusse nel 1915 l’uso delle quindici categorie previste dalla Circolare Ministeriale del 1° marzo 1897 n. 17100/2, conosciuta come circolare Astengo, che unificava il sistema di ordinamento degli archivi comunali78. Venne così abbandonato il vecchio sistema di archiviazione della corrispondenza, adottato sino dal 1809, secondo il quale gli atti venivano raccolti in buste di 500 numeri ciascuna, senza considerazione della materia trattata, ma legati dal solo ordine numerico. Questo sistema di protocollazione ed archiviazione stato introdotto, sul modello in uso nelle segreterie dei ministeri statali, già dal 1807; antecedentemente questa data il carteggio in arrivo era rilegato in filze, per quello in uscita era in uso in copia lettere.
Negli anni venti si susseguirono operazioni di scarto della documentazione, solo in parte ricostruibili attraverso i rapporti con la Congregazione di Carità, istituzione alla quale era prassi concedere gli spogli dell’archivio, perché usufruisse del ricavato della vendita della carta per opere di beneficenza. Nel 1926 la Giunta municipale concesse alla Congregazione, che ne aveva fatto richiesta, lo scarto delle carte dell’ufficio ragioneria, della polizia urbana e del ramo daziario.
Lo spurgo delle carte dell’ufficio ragioneria interessò anche parte di documentazione contabile preunitaria, tra cui trentaquattro unità archivistiche relative al periodo 1807-1828, di cui ventotto inerenti la Mairie di Lucca, cinque la Comunità di Lucca e una quella di Nozzano. Si tratta di conti in filza, budgets, registri di entrata e spesa, giornali di entrata e spesa, bilanci oggi conservati presso l’Archivio di Stato di Lucca ove tale documentazione è pervenuta nel 1929 grazie a Felice Cicerchia, Presidente della Congregazione di Carità, che ne aveva ravvisato l’interesse storico.
Gli anni successivi furono contraddistinti da periodici, quanto inefficaci, richiami a norme per la tenuta del patrimonio documentario comunale: nel 1932 il Segretario Capo emanò alcuni ordini di servizio con cui richiamava l’ufficio protocollo alla corretta protocollazione e tenuta dell’archivio e i capi ufficio a non conservare presso di sé le pratiche; nel 1934 anche il Ragioniere Capo del Comune intervenne sulla tenuta dei bilanci, conti consuntivi, mandati pagamento, depositati in archivio e conservati in disordine, chiedendo un locale attrezzato per la custodia dell’archivio della ragioneria, richiesta che non fu accolta.
Nel 1938 l’archivio fu oggetto di un ulteriore trasferimento: fu sistemato in due stanze al piano terra di palazzo Santini, secondo l’ordine indicato nell’inventario del Sardi, e con gli arredi opportuni.
Le aumentate competenze del Comune e la mancanza di spazio, lo scopo di accellerare il disbrigo delle pratiche ed evitare l’attribuzione di un duplice numero di protocollo derivante dalla registrazione sul protocollo generale e sul protocollo di settore, indussero il Sindaco, nel 1959, ad autorizzare la formazione di veri e propri archivi di settore per la Polizia municipale, per l’ Ufficio Tributi, per la gestione delle Imposte di Consumo, per l’Ufficio Tecnico e per quello d’Igiene.
Infine, in applicazione del D.P.R. n. 1409 del 1963, la Giunta municipale nel 1966 istituì la Sezione separata dell’Archivio, ma solo nel 1977 fu deciso di effettuare un intervento di riordino: la documentazione pertinente alla Sezione separata, che era stata dislocata in varie sedi, per trasferimenti e traslochi realizzati per fare spazio agli uffici, fu riunita in Palazzo Parenzi. Anche da qui fu però presto rimossa ed assoggettata a nuovi trasferimenti, per approdare, solo nel 2001, nella sede attuale in piazzale S. Donato, in un edificio idoneo per la conservazione e specificatamente attrezzato per la consultazione.
L’attuale collocazione ha permesso di riunire nella Sezione separata d’archivio tutta la documentazione ad essa afferente fino al 1960, mentre gli atti successivi sono conservati nella sede dell’archivio di deposito, predisposta dall’Amministrazione comunale presso il Centro servizi comunali ubicato nella frazione di S. Filippo.
Oggi l’Archivio storico del Comune di Lucca si presenta diviso in tre sezioni: 1) preunitaria, 2) postunitaria, 3) archivi aggregati.
La prima documenta con continuità l’evoluzione istituzionale ed amministrativa del Municipio di Lucca, dalla sua istituzione, avvenuta nel 1806, fino al 1865, anno della Legge sull’unificazione amministrativa che convenzionalmente segna la cesura tra periodo preunitario ed epoca postunitaria.
Serie quali le Deliberazioni, il Protocollo generale e Registri civici, informano su svariati aspetti della vita individuale e collettiva del nostro territorio; alcuni fondi quali Pubblici abbellimenti (1818-1823), Commissione sui pubblici acquedotti (1822-1845), Deputazione degli Edili (1828-1855), Nuova Piazza (1830-1862) sono di particolare importanza per la ricostruzione delle vicende urbanistiche della città ottocentesca.
A questa sezione è stata premessa la documentazione di Comunità che a seguito dei cambiamenti istituzionali attuati tra il 1815 e il 1828 sono state comprese nella Circoscrizione del Comune di Lucca: si tratta di S. Angelo in Campo, Massa Pisana, Monte S. Quirico, Sesto e Nozzano, nonchè di Comunità rurali minori, che avevano fatto parte delle Seimiglia.
La Sezione postunitaria comprende gli atti del Comune dal 1865 al 1960. Si segnalano per la completezza della serie e la ricchezza delle informazioni i registri delle Deliberazioni del Consiglio comunale e della Giunta municipale, il Protocollo generale, i Censimenti della popolazione. Recentemente la sezione si è arricchita dell’archivio del settore finanze e contabilità e dei documenti dell’Ufficio Tecnico. Tra le carte di quest’ultimo si annovera la serie delle Licenze edilizie iniziata nel 1911 e diversamente da altre depositata sino al 1982, per renderne più agevole la consultazione anche a fini amministrativi.
La Sezione archivi aggregati, infine, raccoglie le carte prodotte da istituzioni ed enti che hanno cessato la loro attività. Si tratta in particolare degli archivi delle istituzioni che nel nostro territorio sono state nel tempo preposte all’amministrazione della pubblica beneficenza, la Pia casa di Beneficenza (1806-1985) e la Congregazione di Carità (1876-1937), poi Ente Comunale Assistenza (1937-1991). Ad essi si aggiungono i documenti di alcuni Consorzi idraulici che hanno operato, tra il 1868 ed il 1916, nel Comune di Lucca.
Nell’Archivio comunale non si conservano documenti giudiziari né catastali che sono consultabili presso l’Archivio di Stato di Lucca.
L’Archivio dispone di strumenti indispensabili per la consultazione, sia coevi, sia predisposti quando i documenti erano ormai pervenuti all’Archivio storico. Per i primi si segnalano i repertori annuali delle deliberazioni e gli indici sia del protocollo generale sia dei registri del protocollo predisposti da commissioni particolari. Nati come corredo per la consultazione delle pratiche amministrative, costituiscono ancor oggi un valido aiuto per la ricerca. Essi sono affiancati da numerosi elenchi analitici e sommari, approntati per tutte le serie che compongono l’archivio, tali elenchi sono consultabili nella sala di studio. Alcuni di essi sono stati inseriti nei siti web del Comune: in particolare la serie delle Licenze edilizie ed il Carteggio miscellaneo, costituito da seicento buste di documenti estrapolati dalle scritture del protocollo generale nel corso degli anni.
L’organizzazione data alla documentazione nell’ambito della Guida ha inteso rendere conto dei legami esistenti tra i documenti e gli uffici che li hanno prodotti nel tempo e i legami esistenti tra i vari nuclei documentari frutto, nella loro articolazione, di prassi ed abitudini degli uffici, ma anche delle rielaborazioni e riorganizzazioni dei passati riordini effettuati in particolare, come si è già ricordato dal Mariani (1853) e dal Sardi (1913).

Lingua della documentazione:

  • ita

Condizione di accesso:

accessibile previa autorizzazione

Condizione di riproduzione:

consentita per uso studio

Stato di conservazione:

buono

Progetti

Fonti

  • Guida all'Archivio Storico Comunale = Guida all'Archivio Storico Comunale, Maria Pacini Fazzi Editore, 2007

Compilatori

  • Prima redazione: Bianchi Sofia (archivista) - Data intervento: 27 ottobre 2024